Archivi del mese: aprile 2012

AVANTI C’E’ POSTO NEL 2° MUNICIPIO


Il nostro Municipio cioè il 2° Municipio, è un bel Municipio, che ha molte cose strane,volutamente abbiamo omesso i nomi, che comunque sono di pubblico dominio ed ampiamente citati dalla stampa, però noi siano dei garantisti a tutto campo. Allora vi vogliamo raccontare tre belle sul nostro Municipio.Attualmente abbiamo, un dirigente amministrativo  e un ex dirigente del U.T.O indagati per le concessioni di gazebo e pedane  abusive, ai ristoranti e ai bar di Viale Parioli , vicenda che insieme al consigliere della Destra Massimo Inches, abbiamo seguito con attenzione durante l’anno scorso, per chi non ricorda si tratta delle “verande dove mangiava nonno”, come aveva dichiarato un alto dirigente al momento dello scandalo, forse così voleva minimizzare le omissioni e gli abusi nel concedere allegramente le autorizzazioni amministrative . Poi come vice comandante dei vigili urbani del 2° Gruppo avevamo un ufficiale del corpo accusato di aver favorito duemila richieste di pass per accedere alla zona a traffico limitato da distribuire ad altrettanti imprenditori e commercianti che erano privi dei requisiti previsti per il rilascio dei contrassegni. che quando fu scoperto venne ribattezzato addirittura il «Madoff della Ztl». E che al momento è indagato con l’accusa di truffa. Spunta infatti anche una lunga lista di certificati sospetti nell’inchiesta sul vigile urbano che ha presentato duemila richieste di pass per accedere alla Zona a traffico limitato. Per ottenere i permessi per la Ztl molti dei titolari rappresentati dal vigile hanno dichiarato di parcheggiare le loro macchine in alcune autorimesse private. Gli investigatori della Polizia Municipale hanno svolto delle verifiche e hanno scoperto che quelle certificazioni sono false. Tre dei quattro parking, citati nelle pratiche sospette, hanno negato di aver mai ospitato quelle auto. Dall’inchiesta sta emergendo anche altro. Il vigile urbano che gestiva queste pratiche si presentava con un biglietto da visita: «Nome e Cognome, pratiche permessi centro storico». Poi adesso ospitiamo un architetto già indagato nel 1995 con altre due persone con l’accusa di aver commesso reati nella realizzazione di una pista di pattinaggio sul ghiaccio che, guarda caso, era la stessa che si voleva inserire nel megaimpianto previsto a Spinaceto. E, udite, udite, uno dei tre processati, era proprio l’architetto, responsabile della società Iceland che gestiva la stessa pista di pattinaggio.  Oggi l’architetto che  nel nostro Municipio si occupa sempre d’impianti sportivi , lo troviamo implicato nello scandalo dei Punti Verdi ( vedete articolo della scorsa settimana), un indagato lo ha chiamato in causa in quanto conosciuto l’architetto al X Dipartimento del Comune di Roma Capitale, di cui al tempo era dipendente,  il quale gli si offri a fronte di qualche regalino e di una bella Bmw 320, infatti si adoperò a  spiegare com’era il finanziamento dei Punti Verde e la grande fortuna che avevano ad entrare in possesso di uno di questi ambiti “punti verdi”, certo la vera fortuna era quella di trovare un vero amico disinteressato che lo avrebbe aiutato a muoversi meglio in mezzo le pastoie burocratiche . Ora vogliamo essere uomini di mondo, però ci domandiamo, a parte gli indagati nostrani, ma come mai gli indagati esterni,  ce li mandano tutti a noi, nel 2° Municipio, speriamo sia solo una casualità …. Però che sfiga…

NCC non romani. Attenzione alle multe . Fonte agenzia Mobilità


A molti Ncc con autorizzazione di altri comuni, nei prossimi mesi potrebbero arrivare migliaia di multe. Con l’entrata in vigore delle nuove regole per la circolazione in città, infatti, chi non ha richiesto il permesso di circolazione all’Agenzia per la Mobilità non può transitare sulle corsie preferenziali o entrare in Ztl. Nei primi quattro giorni di vigenza delle nuove regole sono state circa 5 mila (4.696) le potenziali violazioni commesse dagli Ncc, con autorizzazione rilasciata da comuni diversi da Roma. Tra le infrazioni più ricorrenti registrate dal 2 al 5 aprile, il passaggio in corsie riservate al Tpl, con 2.934 rilevazioni, commesse da 470 veicoli. La preferenziale più violata (nel 76% dei casi con 357 targhe fotografate) è quella di via Ostiense, ovvero lungo il percorso naturale tra il Centro e l’aeroporto di Fiumicino.

I dati sono stati raccolti dalla Centrale della Mobilità, struttura di Agenzia per la Mobilità che gestisce i sistemi di rilevazioni automatica degli ingressi nelle ZTL e sulle corsie preferenziali.

In particolare delle 7.805 targhe di Ncc fuori Roma, che risultavano attive fino all’1 aprile – inserite nella cosiddetta “lista bianca” – al 5 aprile, sono state 1.551 quelle per le quali l’Agenzia per la Mobilità ha ricevuto le richieste dei permessi e ha rilasciato il nuovo tagliando di circolazione all’interno della città.

Un altro punto critico è quello delle Ztl sorvegliate dai varchi elettronici. Quì le potenziali infrazioni commesse entrando senza il nuovo permesso, nel Centro storico hanno riguardato 389 veicoli, transitati sotto i varchi ben 1.754 volte (sempre nei 4 giorni presi in esame). Meno frequentata la Ztl Trastevere su cui sono stati rilevati 8 accessi non autorizzati.

Alcune delle potenziali violazioni commesse dagli Ncc di fuori Roma si riferiscono al transito sulla Tangenziale Est (dove un tratto è interdetto dalle 23 alle 6).

Le multe previste dal Codice della strada: violazione Ztl senza autorizzazione 76 euro piu’ 11.88 euro di notifica (Cds art.7 commi 14 e 9). La stessa cifra in caso di violazione delle corsie preferenziali (Cds art. 7 commi 1 e 9).

 

GRAZIE ALL’EUROPA DELLE BANCHE. BAMBINI GRECI SOTTO LA SOGLIA DELLA POVERTA’


La grave crisi economica e le misure antisociali del governo e della Ue che da quattro anni attanagliano la Grecia, rischiano di fare vittime anche nella parte più giovane della popolazione, mettendone a rischio – con la denutrizione causata dalla povertà – lo sviluppo psico-fisico e quindi il suo stesso futuro. A lanciare l’allarme è un rapporto sulla situazione dei minori in Grecia redatto dal Comitato greco dell’Unicef e dall’Università di Atene. Secondo l’indagine, dal titolo «La condizione dell’infanzia in Grecia, 2012», in questo Paese sono ormai 439.000 i bambini che vivono al di sotto della soglia di povertà – malnutriti e in condizioni malsane – in famiglie che rappresentano il 20,1% del totale dei nuclei famigliari ellenici. Per soglia di povertà si considera il reddito minimo che una famiglia di quattro persone deve guadagnare ogni mese per pagare affitto e generi di prima necessità, come alimenti, trasporti, vestiario e istruzione. Di questo quinto di famiglie greche, il 21,6% ha una dieta povera di proteine animali, il 37,1% non ha un adeguato riscaldamento in casa, il 27,8% vive in abitazioni umide o troppo secche ed il 23,3% in quelle che sono definite «cattive condizioni ambientali». Nonostante stime ufficiali parlino del 21% dei greci in stato di povertà, cioè con un reddito inferiore a 470 euro mensili, la cifra reale ha già toccato (e forse superato) il 25%, ovvero un greco su quattro è povero. In altre parole, degli 11,2 milioni di greci, due milioni e 800 mila non hanno abbastanza di che vivere. Ma, secondo un’indagine della Rete greca per la lotta alla povertà (Eapn), a causa dell’evolvere della crisi, la Grecia potrebbe presto registrare fino al 30% della popolazione sotto la soglia di povertà. Il dato è stato di recente confermato anche da uno studio della Fondazione per la Ricerca economica e industriale (Iobe). Negli ultimi mesi, secondo l’Istituto nazionale di statistica Elstat, oltre 400.000 nuclei familiari sono rimasti senza alcun reddito perchè nessuno dei componenti lavora più, mentre oltre 60.000 famiglie hanno fatto ricorso al tribunale chiedendo il consolidamento dei loro debiti, perchè non sono più in grado di pagarli nemmeno a rate. Il rapporto cita anche diversi casi di svenimenti di bambini in classe proprio a causa della denutrizione. Questi casi vennero alla ribalta della cronaca lo scorso dicembre, quando Maria Iliopoulou, direttrice del brefotrofio di Atene, denunciò di aver registrato in poche settimane circa 200 casi di neonati denutriti perchè i loro genitori non erano in grado di alimentarli come dovuto. La donna affermò inoltre che gli insegnanti delle scuole intorno all’istituto da lei diretto facevano ogni giorno la fila per prendere un piatto di cibo per i loro alunni più indigenti. «In molte scuole di Atene la situazione è ancor più drammatica – rivelò Iliopoulou – perchè alcuni bambini sono svenuti in classe per la fame». Il ministero della Pubblica Istruzione, che in un primo momento aveva definito la denuncia come «propaganda», si è visto costretto a riconoscere la gravità del problema. La ricerca dell’Unicef si conclude citando una stima secondo cui in Grecia vi sarebbero oltre 100.000 minorenni che lavorano per contribuire al magro bilancio famigliare.

 

GLI INVISIBILI DEI SOTTOPASSI DI CORSO D’ITALIA


Ricordiamo che circa 60 giorni fa l’emittente romana RomaUno , mandò un video sui sottopassi di Corso d’Italia durante uno speciale sul 2° Municipio , in studio erano presenti l’assessore Mancini, il consigliere comunale con la delega per le Pari Oppurtunità l’On. Lavinia Mennuni e un rappresentante del Pd , in quella trasmissione il servizio riguardava un sopralluogo nei sottopassi di Corso d’Italia e il loro degrado e sulla disastrata via Nizza dalle mille buca. La dimissionaria presidente del 2° Municipio Sara de Angelis, come al solito aveva disdetto all’ultimo la sua presenza, forse perché il confronto con i cittadini la imbarazzava, forse più della sua evanescente maggioranza. Oggi vi mandiamo nuove foto di come stanno ad oggi i sottopassi e i loro abitanti, a proposito di questi invisibili, come mai i residenti (si cari lettori sono tutti regolarmente in possesso della residenza) dello stabile occupato ex-Inpdap , nemmeno nei giorni della neve hanno aperto le porte del loro ostello, per dare ricovero a questi cittadini sfortunati ?  Forse perché questi non marciano a comando, durante le manifestazioni dei Comitati per la Casa o forse perché non ci sono più posti liberi , ormai le due comunità che stanno divise nell’interno del palazzo occupato , cioé quella laica e quella mussulmana hanno fatto il pieno, misteri di uno stabile umbertino ormai occupato da anni.

Sei mesi e poi caos sociale ?


“Finora l’uomo europeo della strada ha reagito piuttosto bene all’aggravarsi della situazione economica – dice al Foglio Erik Jones, docente di Studi europei e direttore del Bologna Institute for Policy Research della Johns Hopkins University, dal 1990 nel nostro continente per studiare in maniera comparata le politiche dei paesi dell’Ue – se consideriamo ‘stoicismo’ e ‘isterismo’ come i due atteggiamenti estremi, l’europeo finora è stato più stoico che altro”. Specie se si considera “la massima indecisione dimostrata dalle leadership, con il continuo oscillare tra un vertice Ue e l’altro”. Ora però qualcosa sta cambiando, spiega Jones, a partire dai paesi che si affacciano sul Mediterraneo: oltre alle manifestazione violente in Grecia, negli ultimi giorni ci sono stati lo sciopero generale e le proteste in decine di città spagnole contro le riforme decise dal premier Mariano Rajoy, poi ci sono i segnali discordanti in arrivo dall’Italia: “Ho grande rispetto per Mario Monti e la sua squadra, però è indubbio che la popolarità dell’esecutivo tecnico stia diminuendo”. Da considerare anche l’atteggiamento dei partiti, che torna a farsi rissoso agli occhi dell’osservatore esterno, come pure il ricorso a gesti estremi (come il suicidio) da parte di alcuni imprenditori e lavoratori.

Jones riconosce di non avere in mano né un modello matematico né una sfera di cristallo, ma azzarda una previsione in base alla “regola dei 18 mesi”: “L’opinione pubblica accetta come necessarie alcune riforme e pare disposta ad avere svantaggi nel breve termine per guadagnare nel lungo termine. Questa situazione dura da un anno in Spagna e Portogallo, da più tempo in Grecia e Irlanda, da meno tempo in Italia. Passeranno massimo altri sei mesi, poi ci saranno situazioni di caos sociale”.  Ecco come funziona la “regola dei 18 mesi” secondo il professore della Johns Hopkins: “Subito dopo la caduta del comunismo in Europa dell’est, abbiamo imparato molto sulle reazioni della popolazione a fronte di profondi cambiamenti politici ed economici. Il ministro polacco delle Finanze di allora, Leszek Balcerowicz, parlò di logica della ‘politica straordinaria’. Disse di avere soltanto una finestra di tempo utile ad approvare riforme senza doverne pagare le conseguenze elettorali. Ebbe ragione: la Polonia è sopravvissuta, e bene, a una cura choc”. Secondo le statistiche di Jones, “il periodo durante il quale la popolazione mantiene una relativa calma a fronte di mutamenti drastici dura circa 18 mesi”.  Dopo un anno e mezzo, sarà difficile spiegare che i sacrifici di oggi saranno compensati da un futuro migliore domani. In Grecia è andata così, Spagna e Portogallo hanno ancora davanti a sé sei mesi di “politica straordinaria”, l’Italia poco di più. “Poi i capovolgimenti elettorali saranno sistematici, le proteste più diffuse e violente”. Ma perlomeno le scelte di politica economica compiute in questa fase, ispirate al rigore fiscale made in Deutschland, sono le scelte giuste? Il ragionamento di Jones è duplice. Da una parte riconosce che molte delle riforme in corso “sono positive” e “necessarie al di là della crisi. Dalle pensioni al lavoro, i cambiamenti sono imposti dalla rivoluzione demografica in corso in Europa”. Detto ciò, “è illusorio pensare che questo risolva il problema della disoccupazione crescente, specie giovanile”. A questo proposito Jones ritiene “eccessiva e pericolosa l’austerity che si irradia da Berlino” e avverte: “Il caos sociale investirà anche Bruxelles. Già oggi, per la prima volta secondo l’ultimo Eurobarometro, l’opinione pubblica del continente ha meno fiducia dell’Ue nel suo complesso che delle sue singole istituzioni come Parlamento, Commissione, etc. Ciò vuol dire che il cosiddetto ‘vincolo esterno’, che ha giocato un ruolo fondamentale per esempio in Italia per far avanzare alcune riforme decisive, sta perdendo ogni legittimità”.

Marco Valerio Lo Prete – da il Foglio

LUX IN ARCANA – J. SOBIESKI IL RE POLACCO CHE SCONFISSE I TURCHI A VIENNA


Narrano che il 2 giugno 1629, nei pressi di Leopoli, infuriasse un terribile uragano. Scosso da tuoni e fulmini, il vecchio castello di Olesko tremava fin dalle fondamenta. In quelle stanze, proprio quel giorno, nasceva l’uomo che di lì a cinquant’anni, sotto le mura di Vienna, avrebbe salvato l’Europa dalla minaccia turca: Jan Sobieski, figlio di Jakub, un alto dignitario del Regno di Polonia, membro del Consiglio di Guerra di Ladislao IV Vasa. Educato nel culto e nella memoria dei suoi antenati, morti per la difesa della fede cattolica e della Polonia, Jan viene incoraggiato dal padre a viaggiare in Turchia e in Europa; soprattutto in Francia e Inghilterra, dove il futuro re avrà modo di imparare le lingue straniere e intrecciare una fitta rete di amicizie con i regnanti del tempo.

Al suo ritorno in patria, nel 1648, intraprende la carriera militare fino a diventare, nel 1668, gran comandante (hetman) della Corona, la più alta carica militare del Paese. Cinque anni più tardi la sua vita è ad una svolta. Nell’ottobre 1672, a Buczacz, il re di Polonia Michele I è stato costretto ad una pace svantaggiosa con l’Impero Ottomano: deve cedere il Voivodato di Podolia (oggi in Ucraina), e riconoscere al Turco un forte tributo annuale. In poco più di un anno però Sobieski riesce a riorganizzarsi. L’11 novembre 1673, sotto le mura di Khotyn, sconfigge l’esercito di Hussain Pasha: Jan Sobieski è l’uomo più noto di Polonia, il salvatore del Regno.

Una notizia giunta da Leopoli turba tuttavia l’entusiasmo di quel momento: il re di Polonia Michele I è morto. Il successo militare appena conseguito potrebbe spianare a Sobieski la via del trono, ma il condottiero, condizionato forse anche da sua moglie – la francese Marie de la Grange d’Arquien, in passato dama di corte di Maria Luisa di Gonzaga Nevers, consorte del re Ladislao IV – sembra appoggiare le pretese del partito francese, proponendo la candidatura del principe di Condé, Francesco Luigi di Borbone. Non è di questo avviso il comandante Stanisław Jan Jabłonowski che, con un appassionato intervento, convince i convenuti nella Dieta, l’assemblea generale del Regno: è Sobieski il candidato più credibile, l’unico in grado di garantire l’unità del Paese e la sua difesa, l’unico a godere di credito internazionale. Il 21 maggio 1674 Sobieski è re di Polonia. Incoronato a Cracovia il 2 febbraio 1676 dall’arcivescovo di Gnesen Andrzej Olszowski, vice cancelliere della Corona e primate di Polonia, continuerà ad impegnarsi per contrastare le turbolenze interne al Regno e i nemici di sempre: Turchi e Russi. La sua vita sarà scandita ancora, con alterni successi, da battaglie e campagne militari: Vienna e Parkany nel 1683, Jazłowiec e Żwaniec nel 1684, Jassy nel 1686, fino all’ultima, combattuta nel 1691, ormai ultrasessantenne, a Pereryta. Il vecchio guerriero si spense a Wilanów il 17 giugno 1696, mentre nei cieli della Polonia si scaricava una furiosissima tempesta, come in quel lontano 1629, anno della sua nascita.

COSA SONO I PUNTI VERDI


Settantacinque aree verdi attrezzate, riqualificate e pensate per essere vissute. Con l’idea dei “Punti Verde Qualità” il sindaco di Roma Francesco Rutelli nel lontano 1995, durante la sua prima Giunta, ebbe un’intuizione: modificare l’aspetto delle aree verdi abbandonate della città di proprietà comunale, rivisitandole e inserendo al loro interno servizi per la cittadinanza, trasformandole così in oasi fruibili per la Capitale.

I Punti Verde Qualità sono sparsi in tutti i municipi della Capitale dalla Cassia ad Ostia. Resta il fatto che dei 75 individuati e programmati ne sono stati realizzati (in 17 anni) appena sedici, mentre dieci sono quelli in fase di realizzazione. In questi anni però i costi sono lievitati arrivando a raggiungere cifre inimmaginabili nel 1995, gli interessi si sono moltiplicati così come gli intrecci tra costruttori, politici e uffici competenti tanto che ieri, la procura di Roma, ha arrestato quattro persone: due funzionari comunali e due imprenditori.

Subito è scoppiata, come nella migliore tradizione italiana, la polemica politica con le reciproche accuse tra centrodestra e centrosinistra. Da una parte, chi attacca denunciando l’ennesimo scandalo capitolino da quando Gianni Alemanno siede in Campidoglio, dall’altra, chi contro attacca respingendo le accuse al mittente sottolineando che gli affari sporchi sono un’eredità del passato.

Ma cosa sono i Punti Verde Qualità che avrebbero dovuto cambiare in meglio il volto di Roma e che oggi sono solo l’ennesimo scandalo scoppiato all’ombra del Colosseo? Sono zone protette, sorgono su aree di proprietà comunale e, attraverso bandi pubblici, vengono concesse in gestione a soggetti privati che le trasformano in parchi curati ed attrezzati. A stabilirlo fu la delibera 169 del Consiglio Comunale approvata il 2 agosto 1995.

Secondo il progetto pensato a metà degli anni Novanta i fondi utili alla realizzazione dei Punti sarebbero dovuti arrivare dall’impegno di privati che, in cambio della sistemazione e della manutenzione dei parchi, avrebbero potuto godere della possibilità di realizzare alcune attività commerciali, come ad esempio palestre, zone fitness e wellness, asili nido, aree adibite alla ristorazione e di intrattenimento: tutto nel rispetto del verde, della qualità e della fruibilità per i cittadini romani, dall’alba al tramonto per 365 giorni all’anno.

Il rapporto fiduciario tra Comune di Roma e l’impresa concessionaria, vincitrice del bando, è regolato da una convenzione della durata di 33 anni che garantisce anche che i manufatti realizzati all’interno delle aree verdi restino di proprietà comunale. La convenzione sancisce inoltre che la concessionaria vincitrice è l’unica responsabile diretta dello spazio anche se si avvale di altre società per gestirlo. Il collaudo definitivo dello spazio e delle opere realizzate spetta all’amministrazione comunale.

Dal 1995 ad oggi le delibere che hanno coinvolto i Punti Verde sono state per lo più votate all’unanimità anche perché gli investimenti sono realizzati con capitali privati. In questi anni il Comune di Roma si è però impegnato offrendo la propria garanzia ed esponendosi nei confronti delle banche per una cifra che si aggira intorno ai 400 milioni di euro per i crediti dati ai concessionari. Ecco quindi che arriva il business, le fatture e i costi di realizzazioni gonfiati, i permessi degli uffici tecnici e le autorizzazioni concesse a qualcuno anziché a qualcun altro.

Oggi sono diversi i Punti Verde Qualità finiti sotto la lente degli inquirenti da quello a Monti Tiburtini fino a Feronia, da Spinaceto a San Basilio, da Ostia a Dragona fino a Grotta Perfetta, poi anche per il ristorante a Villa Massimo nel 3° municipio.

I rischi maggiori per l’amministrazione capitolina nella gestione economica dell’operazione Punto Verde sono in realtà due: che la società concessionaria possa sparire con il prestito ottenuto dalle banche previa garanzie comunali, oppure, nel caso in cui l’investimento fosse poco redditizio, vedere l’azienda entrare in difficoltà economica e perdere la sua capacità di liquidità. Quello dei Punti Verde Qualità è un percorso durato fin qui 17 anni e che è riuscito a trasformare il sogno di riqualificare aree verdi periferiche della città da punti di aggregazione e socialità nell’ennesimo scandalo capitolino.

IL PUNTO VERDE DI VILLA MASSIMO


Mai come in questi giorni, la storica “pinetina” di villa Massimo è divenuta oggetto di interesse, da stamattina anche della Procura della Repubblica dove il capogruppo della Destra del II Municipio, Massimo Inches, ha depositato un esposto molto dettagliato, basato sulle denunce raccolte dal comitato di quartiere. All’indomani dello scandalo esploso su una serie di Punti verdi qualità del Comune di Roma, che ha portato agli arresti di imprenditori e dei funzionari del Servizio giardini Stefano Volpe e Anna Maria Parisi (ai domiciliari), si torna a parlare della storica “pinetina” di piazza Bologna.

Proprio Volpe e Parisi, lo scorso 28 febbraio, sono stati ascoltati dalla commissione Sanità del Comune di Roma, insieme al dirigente del X Dipartimento Fabio Tancredi. Interrogati sulla presunta esistenza di abusi nel giardino pubblico, denunciati dai cittadini anche con un esposto alla Corte dei Conti, i tre funzionari hanno respinto qualsiasi illecito o irregolarità, ma senza fornire alcun atto alla commissione, se non una piantina dei distacchi tra il ristorante “La Casina dei Pini” e le abitazioni adiacenti di via Belluno.

Per i residenti, il ristorante si sarebbe trasformato, nel giro di dieci anni, da minuscolo “punto ristoro” a vera attività di ristorazione, con veranda e tavolini all’aperto. Ma nel rilascio del titolo per la somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, la motivazione per cui la licenza viene concessa è che «le attività di somministrazioni di alimenti e bevande in parchi e ville comunali si caratterizzano per la impossibilità di rivolgersi ad una domanda indifferenziata» anche in virtù «dell’esistenza di specifici orari di apertura e chiusura di tali giardini (..) tali da escludere detti esercizi da problematiche concorrenziali con le altre attività di somministrazione già esistenti».

Per questo viene rilasciata l’autorizzazione, con una semplice determinazione dirigenziale del III Municipio nel 2005, in deroga ai limiti numerici vigenti ai sensi della legge 287/91. Peccato che tali limiti siano diventati poi lettera morta, visto che il ristorante è sempre aperto ben oltre il tramonto, orario di chiusura previsto per tutti i parchi pubblici. Ma c’è un altro punto che infiamma la commissione Sanità. Quello di un abuso edilizio mai rimosso nonostante i provvedimenti emessi sia dell’Usce che dal III Municipio (che avrebbe dovuto rimuovere in danno). Su questo il direttore Tancredi dichiara: «Nel ’99 il Tar ha annullato l’esecuzione della rimozione e la Procura della Repubblica ha stabilito che l’abuso è stato sanato dalla concessione.

Poi ci sono state delibere e determinazioni che hanno approvato delle cose. Noi abbiamo già fatto la verifica di tutte le superfici». Secondo il dirigente, insomma, la Procura e atti degli enti locali come la concessione/convenzione del 2001, avrebbero “sanato” un abuso edilizio su suolo pubblico, dove è vigente un vincolo paesistico. E questo a dispetto della D.D. 202 del 6 ottobre 1999, emessa dal direttore dell’Ufficio speciale condono edilizio, dove al contrario si afferma che l’abuso non è sanabile poiché realizzato su suolo comunale, annullando la precedente concessione edilizia in sanatoria n. 84889 rilasciata dallo stesso ufficio il 19 gennaio 1998. Infine, alle segnalazioni dei cittadini circa le improprie attestazioni catastali riportate nella Convenzione del 2001 per un fabbricato di 250 mq, rispetto all’accatastamento originario di un “punto ristoro” di 32 mq, sempre Tancredi replica: «Noi ci basiamo sul dato catastale, è chiaro che ci sono sempre differenze».

Ma quelle differenze, sono mai state verificate, piantine catastali alla mano? Affermazioni troppo generiche, che irritano sia il presidente della commissione, Ferdinando Aiuti (Pdl), che i consiglieri Gemma Mezza (Sel) e Athos de Luca (Pd), che replicano: «Non stiamo difendendo posizioni di singoli ma denunce presentate dai cittadini. Chiunque si accorge che quello nella pinetina non è un punto ristoro bensì un esercizio commerciale e bisogna che il gestore rispetti le leggi. Non è che se sono stati fatti abusi nel passato, non li verifichiamo. Noi vorremmo che si ripristini la legalità dopo le necessarie verifiche». Sulla scia dell’inchiesta della Procura, e degli accertamenti svolti dalle Fiamme gialle del Nucleo di polizia tributaria e del I gruppo di Roma, su villa Massimo è intervenuto ieri anche Francesco Storace.

«Se l’amministrazione è pulita, Alemanno non avrà difficoltà – dopo due anni – a rispondere alla mia interrogazione, a proposito dei Punti verdi qualità, del 1 giugno 2010 e sulle condizioni del parco “Marguerite Duras”, più conosciuto come Villa Massimo, nel III Municipio – ha dichiarato il capogruppo della Destra in Campidoglio – Il sentore che le ultime vicende sui punti verde qualità stanno purtroppo confermando era che ci fosse qualcosa di poco chiaro. Nell’interrogazione, infatti, chiedevo all’Amministrazione interventi sul previsto progetto di ampliamento della cubatura delle attività commerciali, in netto contrasto con la natura pubblica dell’area».

Un progetto bocciato all’unanimità dall’Aula Giulio Cesare un anno fa ma, per i tre dirigenti del Servizio giardini, soltanto “congelato, in attesa di un nuovo tavolo”. Tavolo che, a questo punto, sarà arduo far partire senza un puntuale riscontro di tutte le segnalazioni approdate sul tavolo, questa volta, dei pubblici ministeri.

Il ristorante

2° MUNICIPIO AL CAPOLINEA.DIMISSIONI DI SARA DE ANGELIS.


Sara De Angelis, presidente Municipio II, si è dimessa dopo la mancata approvazione del bilancio presentato in consiglio. De Angelis ha spiegato così la sua decisione:  ”In tutti questi anni, da quando è iniziato il mio impegno politico prima come semplice militante poi come amministratore di questo territorio, ho sempre cercato di fare il meglio per i cittadini e per i nostri quartieri, ho dovuto però costatare che sempre più spesso prevalgono più le aspettative dei singoli consiglieri che non gli interessi dei cittadini – ha dichiarato Sara De Angelis – In questi anni ho tentato, insieme alle forze di maggioranza di costruire un’azione amministrativa incisiva per permettere al nostro territorio di sviluppare al meglio le sue potenzialità. Questa ambizione, pur raggiungendo diversi obiettivi significativi, si è infine arenata di fronte al quadro politico della maggioranza rissoso, frammentato e ripiegato su se stesso, fino ad arrivare al paradosso del voto di questa mattina che ha visto venir meno la maggioranza su un tema importante come il parere di bilancio”.

“Era doveroso da parte mia rassegnare le dimissioni, prendendo atto della situazione che non ha alcuna giustificazione razionale e politica e dalla quale sarà impossibile uscire senza un profondo ripensamento dello stile politico su cui solo si può tenere in vita una maggioranza e mettendo un limite ad una dialettica interna che è legittima se non diventa autodistruttiva”, aggiunge il presidente dimissionario.

Il  consigliere Aessandro Ricci, capogruppo Idv in Municipio ha dichiarato: «Politicamente la cosa peggiore è stato lo scollamento tra Giunta e Consiglio. In pratica non è stato dato corso a alcun atto del Consiglio, neanche se votati all’ unanimità. La De Angelis non ci ripensi». Contro anche i consiglieri de La Destra, Roberto Cappiello e Massimo Inches: «Per bocciare il bilancio e gli atti collegati: l’ Imu, la nuova tassa sull’ ambiente e il quoziente familiare. Ma De Angelis è stata tradita dal suo stesso partito». Polemici con il mini sindaco anche i consiglieri della Destra “Già da tempo – sottolineano i consiglieri Roberto Cappiello e Massimo Inches, rispettivamente capogruppo e consigliere de La Destra in II Municipio – c’erano state avvisaglie della spaccatura interna della ormai ex maggioranza Pdl, ed era facilmente prevedibile che non sarebbero stati capaci di portare a compimento la consiliatura. Il partito che vinse l’elezioni del 2008 sembra una nave in balia di una tremenda tempesta, basti pensare che lo stesso capogruppo, dopo aver votato a favore del bilancio, terminato lo scrutinio, chiedeva la ripetizione della votazione perché, a suo dire, ci aveva ripensato e si sarebbe voluto astenere. Finalmente i cittadini del II Municipio potranno scegliere chi dovrà rappresentarli. La Destra c’è”, concludono gli esponenti di Storace. Poi due dichiarazioni incredibili, passi per  l’assessore Luca Malcotti   che evidentemente non ci abita nel 2° Municipio, il quale dichiara “Mi auguro, e sono certo,  che la maggioranza nel II Municipio riuscirà a trovare la necessaria compattezza per finire la legislatura e portare a termine la positiva esperienza di governo del territorio, rinunciando a sterili personalismi e mantenendo come riferimento il rispetto del mandato popolare”. Ma ci sorprende la dichiarazionr dell’on. Angelilli che abitando nel municipio dichiara :«La De Angelis vada avanti, lo dico anche da cittadina della zona, è un’ esperienza positiva che deve continuare». Ma politicamente hanno mai seguito, quanto sta succedendo nella maggioranza, di questo municipio, da ormai quasi 2 anni?. Aspettiamo una risposta.