Narrano che il 2 giugno 1629, nei pressi di Leopoli, infuriasse un terribile uragano. Scosso da tuoni e fulmini, il vecchio castello di Olesko tremava fin dalle fondamenta. In quelle stanze, proprio quel giorno, nasceva l’uomo che di lì a cinquant’anni, sotto le mura di Vienna, avrebbe salvato l’Europa dalla minaccia turca: Jan Sobieski, figlio di Jakub, un alto dignitario del Regno di Polonia, membro del Consiglio di Guerra di Ladislao IV Vasa. Educato nel culto e nella memoria dei suoi antenati, morti per la difesa della fede cattolica e della Polonia, Jan viene incoraggiato dal padre a viaggiare in Turchia e in Europa; soprattutto in Francia e Inghilterra, dove il futuro re avrà modo di imparare le lingue straniere e intrecciare una fitta rete di amicizie con i regnanti del tempo.
Al suo ritorno in patria, nel 1648, intraprende la carriera militare fino a diventare, nel 1668, gran comandante (hetman) della Corona, la più alta carica militare del Paese. Cinque anni più tardi la sua vita è ad una svolta. Nell’ottobre 1672, a Buczacz, il re di Polonia Michele I è stato costretto ad una pace svantaggiosa con l’Impero Ottomano: deve cedere il Voivodato di Podolia (oggi in Ucraina), e riconoscere al Turco un forte tributo annuale. In poco più di un anno però Sobieski riesce a riorganizzarsi. L’11 novembre 1673, sotto le mura di Khotyn, sconfigge l’esercito di Hussain Pasha: Jan Sobieski è l’uomo più noto di Polonia, il salvatore del Regno.
Una notizia giunta da Leopoli turba tuttavia l’entusiasmo di quel momento: il re di Polonia Michele I è morto. Il successo militare appena conseguito potrebbe spianare a Sobieski la via del trono, ma il condottiero, condizionato forse anche da sua moglie – la francese Marie de la Grange d’Arquien, in passato dama di corte di Maria Luisa di Gonzaga Nevers, consorte del re Ladislao IV – sembra appoggiare le pretese del partito francese, proponendo la candidatura del principe di Condé, Francesco Luigi di Borbone. Non è di questo avviso il comandante Stanisław Jan Jabłonowski che, con un appassionato intervento, convince i convenuti nella Dieta, l’assemblea generale del Regno: è Sobieski il candidato più credibile, l’unico in grado di garantire l’unità del Paese e la sua difesa, l’unico a godere di credito internazionale. Il 21 maggio 1674 Sobieski è re di Polonia. Incoronato a Cracovia il 2 febbraio 1676 dall’arcivescovo di Gnesen Andrzej Olszowski, vice cancelliere della Corona e primate di Polonia, continuerà ad impegnarsi per contrastare le turbolenze interne al Regno e i nemici di sempre: Turchi e Russi. La sua vita sarà scandita ancora, con alterni successi, da battaglie e campagne militari: Vienna e Parkany nel 1683, Jazłowiec e Żwaniec nel 1684, Jassy nel 1686, fino all’ultima, combattuta nel 1691, ormai ultrasessantenne, a Pereryta. Il vecchio guerriero si spense a Wilanów il 17 giugno 1696, mentre nei cieli della Polonia si scaricava una furiosissima tempesta, come in quel lontano 1629, anno della sua nascita.