Archivi del giorno: 1 aprile 2012

LUX IN ARCANA – J. SOBIESKI IL RE POLACCO CHE SCONFISSE I TURCHI A VIENNA


Narrano che il 2 giugno 1629, nei pressi di Leopoli, infuriasse un terribile uragano. Scosso da tuoni e fulmini, il vecchio castello di Olesko tremava fin dalle fondamenta. In quelle stanze, proprio quel giorno, nasceva l’uomo che di lì a cinquant’anni, sotto le mura di Vienna, avrebbe salvato l’Europa dalla minaccia turca: Jan Sobieski, figlio di Jakub, un alto dignitario del Regno di Polonia, membro del Consiglio di Guerra di Ladislao IV Vasa. Educato nel culto e nella memoria dei suoi antenati, morti per la difesa della fede cattolica e della Polonia, Jan viene incoraggiato dal padre a viaggiare in Turchia e in Europa; soprattutto in Francia e Inghilterra, dove il futuro re avrà modo di imparare le lingue straniere e intrecciare una fitta rete di amicizie con i regnanti del tempo.

Al suo ritorno in patria, nel 1648, intraprende la carriera militare fino a diventare, nel 1668, gran comandante (hetman) della Corona, la più alta carica militare del Paese. Cinque anni più tardi la sua vita è ad una svolta. Nell’ottobre 1672, a Buczacz, il re di Polonia Michele I è stato costretto ad una pace svantaggiosa con l’Impero Ottomano: deve cedere il Voivodato di Podolia (oggi in Ucraina), e riconoscere al Turco un forte tributo annuale. In poco più di un anno però Sobieski riesce a riorganizzarsi. L’11 novembre 1673, sotto le mura di Khotyn, sconfigge l’esercito di Hussain Pasha: Jan Sobieski è l’uomo più noto di Polonia, il salvatore del Regno.

Una notizia giunta da Leopoli turba tuttavia l’entusiasmo di quel momento: il re di Polonia Michele I è morto. Il successo militare appena conseguito potrebbe spianare a Sobieski la via del trono, ma il condottiero, condizionato forse anche da sua moglie – la francese Marie de la Grange d’Arquien, in passato dama di corte di Maria Luisa di Gonzaga Nevers, consorte del re Ladislao IV – sembra appoggiare le pretese del partito francese, proponendo la candidatura del principe di Condé, Francesco Luigi di Borbone. Non è di questo avviso il comandante Stanisław Jan Jabłonowski che, con un appassionato intervento, convince i convenuti nella Dieta, l’assemblea generale del Regno: è Sobieski il candidato più credibile, l’unico in grado di garantire l’unità del Paese e la sua difesa, l’unico a godere di credito internazionale. Il 21 maggio 1674 Sobieski è re di Polonia. Incoronato a Cracovia il 2 febbraio 1676 dall’arcivescovo di Gnesen Andrzej Olszowski, vice cancelliere della Corona e primate di Polonia, continuerà ad impegnarsi per contrastare le turbolenze interne al Regno e i nemici di sempre: Turchi e Russi. La sua vita sarà scandita ancora, con alterni successi, da battaglie e campagne militari: Vienna e Parkany nel 1683, Jazłowiec e Żwaniec nel 1684, Jassy nel 1686, fino all’ultima, combattuta nel 1691, ormai ultrasessantenne, a Pereryta. Il vecchio guerriero si spense a Wilanów il 17 giugno 1696, mentre nei cieli della Polonia si scaricava una furiosissima tempesta, come in quel lontano 1629, anno della sua nascita.

COSA SONO I PUNTI VERDI


Settantacinque aree verdi attrezzate, riqualificate e pensate per essere vissute. Con l’idea dei “Punti Verde Qualità” il sindaco di Roma Francesco Rutelli nel lontano 1995, durante la sua prima Giunta, ebbe un’intuizione: modificare l’aspetto delle aree verdi abbandonate della città di proprietà comunale, rivisitandole e inserendo al loro interno servizi per la cittadinanza, trasformandole così in oasi fruibili per la Capitale.

I Punti Verde Qualità sono sparsi in tutti i municipi della Capitale dalla Cassia ad Ostia. Resta il fatto che dei 75 individuati e programmati ne sono stati realizzati (in 17 anni) appena sedici, mentre dieci sono quelli in fase di realizzazione. In questi anni però i costi sono lievitati arrivando a raggiungere cifre inimmaginabili nel 1995, gli interessi si sono moltiplicati così come gli intrecci tra costruttori, politici e uffici competenti tanto che ieri, la procura di Roma, ha arrestato quattro persone: due funzionari comunali e due imprenditori.

Subito è scoppiata, come nella migliore tradizione italiana, la polemica politica con le reciproche accuse tra centrodestra e centrosinistra. Da una parte, chi attacca denunciando l’ennesimo scandalo capitolino da quando Gianni Alemanno siede in Campidoglio, dall’altra, chi contro attacca respingendo le accuse al mittente sottolineando che gli affari sporchi sono un’eredità del passato.

Ma cosa sono i Punti Verde Qualità che avrebbero dovuto cambiare in meglio il volto di Roma e che oggi sono solo l’ennesimo scandalo scoppiato all’ombra del Colosseo? Sono zone protette, sorgono su aree di proprietà comunale e, attraverso bandi pubblici, vengono concesse in gestione a soggetti privati che le trasformano in parchi curati ed attrezzati. A stabilirlo fu la delibera 169 del Consiglio Comunale approvata il 2 agosto 1995.

Secondo il progetto pensato a metà degli anni Novanta i fondi utili alla realizzazione dei Punti sarebbero dovuti arrivare dall’impegno di privati che, in cambio della sistemazione e della manutenzione dei parchi, avrebbero potuto godere della possibilità di realizzare alcune attività commerciali, come ad esempio palestre, zone fitness e wellness, asili nido, aree adibite alla ristorazione e di intrattenimento: tutto nel rispetto del verde, della qualità e della fruibilità per i cittadini romani, dall’alba al tramonto per 365 giorni all’anno.

Il rapporto fiduciario tra Comune di Roma e l’impresa concessionaria, vincitrice del bando, è regolato da una convenzione della durata di 33 anni che garantisce anche che i manufatti realizzati all’interno delle aree verdi restino di proprietà comunale. La convenzione sancisce inoltre che la concessionaria vincitrice è l’unica responsabile diretta dello spazio anche se si avvale di altre società per gestirlo. Il collaudo definitivo dello spazio e delle opere realizzate spetta all’amministrazione comunale.

Dal 1995 ad oggi le delibere che hanno coinvolto i Punti Verde sono state per lo più votate all’unanimità anche perché gli investimenti sono realizzati con capitali privati. In questi anni il Comune di Roma si è però impegnato offrendo la propria garanzia ed esponendosi nei confronti delle banche per una cifra che si aggira intorno ai 400 milioni di euro per i crediti dati ai concessionari. Ecco quindi che arriva il business, le fatture e i costi di realizzazioni gonfiati, i permessi degli uffici tecnici e le autorizzazioni concesse a qualcuno anziché a qualcun altro.

Oggi sono diversi i Punti Verde Qualità finiti sotto la lente degli inquirenti da quello a Monti Tiburtini fino a Feronia, da Spinaceto a San Basilio, da Ostia a Dragona fino a Grotta Perfetta, poi anche per il ristorante a Villa Massimo nel 3° municipio.

I rischi maggiori per l’amministrazione capitolina nella gestione economica dell’operazione Punto Verde sono in realtà due: che la società concessionaria possa sparire con il prestito ottenuto dalle banche previa garanzie comunali, oppure, nel caso in cui l’investimento fosse poco redditizio, vedere l’azienda entrare in difficoltà economica e perdere la sua capacità di liquidità. Quello dei Punti Verde Qualità è un percorso durato fin qui 17 anni e che è riuscito a trasformare il sogno di riqualificare aree verdi periferiche della città da punti di aggregazione e socialità nell’ennesimo scandalo capitolino.

IL PUNTO VERDE DI VILLA MASSIMO


Mai come in questi giorni, la storica “pinetina” di villa Massimo è divenuta oggetto di interesse, da stamattina anche della Procura della Repubblica dove il capogruppo della Destra del II Municipio, Massimo Inches, ha depositato un esposto molto dettagliato, basato sulle denunce raccolte dal comitato di quartiere. All’indomani dello scandalo esploso su una serie di Punti verdi qualità del Comune di Roma, che ha portato agli arresti di imprenditori e dei funzionari del Servizio giardini Stefano Volpe e Anna Maria Parisi (ai domiciliari), si torna a parlare della storica “pinetina” di piazza Bologna.

Proprio Volpe e Parisi, lo scorso 28 febbraio, sono stati ascoltati dalla commissione Sanità del Comune di Roma, insieme al dirigente del X Dipartimento Fabio Tancredi. Interrogati sulla presunta esistenza di abusi nel giardino pubblico, denunciati dai cittadini anche con un esposto alla Corte dei Conti, i tre funzionari hanno respinto qualsiasi illecito o irregolarità, ma senza fornire alcun atto alla commissione, se non una piantina dei distacchi tra il ristorante “La Casina dei Pini” e le abitazioni adiacenti di via Belluno.

Per i residenti, il ristorante si sarebbe trasformato, nel giro di dieci anni, da minuscolo “punto ristoro” a vera attività di ristorazione, con veranda e tavolini all’aperto. Ma nel rilascio del titolo per la somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, la motivazione per cui la licenza viene concessa è che «le attività di somministrazioni di alimenti e bevande in parchi e ville comunali si caratterizzano per la impossibilità di rivolgersi ad una domanda indifferenziata» anche in virtù «dell’esistenza di specifici orari di apertura e chiusura di tali giardini (..) tali da escludere detti esercizi da problematiche concorrenziali con le altre attività di somministrazione già esistenti».

Per questo viene rilasciata l’autorizzazione, con una semplice determinazione dirigenziale del III Municipio nel 2005, in deroga ai limiti numerici vigenti ai sensi della legge 287/91. Peccato che tali limiti siano diventati poi lettera morta, visto che il ristorante è sempre aperto ben oltre il tramonto, orario di chiusura previsto per tutti i parchi pubblici. Ma c’è un altro punto che infiamma la commissione Sanità. Quello di un abuso edilizio mai rimosso nonostante i provvedimenti emessi sia dell’Usce che dal III Municipio (che avrebbe dovuto rimuovere in danno). Su questo il direttore Tancredi dichiara: «Nel ’99 il Tar ha annullato l’esecuzione della rimozione e la Procura della Repubblica ha stabilito che l’abuso è stato sanato dalla concessione.

Poi ci sono state delibere e determinazioni che hanno approvato delle cose. Noi abbiamo già fatto la verifica di tutte le superfici». Secondo il dirigente, insomma, la Procura e atti degli enti locali come la concessione/convenzione del 2001, avrebbero “sanato” un abuso edilizio su suolo pubblico, dove è vigente un vincolo paesistico. E questo a dispetto della D.D. 202 del 6 ottobre 1999, emessa dal direttore dell’Ufficio speciale condono edilizio, dove al contrario si afferma che l’abuso non è sanabile poiché realizzato su suolo comunale, annullando la precedente concessione edilizia in sanatoria n. 84889 rilasciata dallo stesso ufficio il 19 gennaio 1998. Infine, alle segnalazioni dei cittadini circa le improprie attestazioni catastali riportate nella Convenzione del 2001 per un fabbricato di 250 mq, rispetto all’accatastamento originario di un “punto ristoro” di 32 mq, sempre Tancredi replica: «Noi ci basiamo sul dato catastale, è chiaro che ci sono sempre differenze».

Ma quelle differenze, sono mai state verificate, piantine catastali alla mano? Affermazioni troppo generiche, che irritano sia il presidente della commissione, Ferdinando Aiuti (Pdl), che i consiglieri Gemma Mezza (Sel) e Athos de Luca (Pd), che replicano: «Non stiamo difendendo posizioni di singoli ma denunce presentate dai cittadini. Chiunque si accorge che quello nella pinetina non è un punto ristoro bensì un esercizio commerciale e bisogna che il gestore rispetti le leggi. Non è che se sono stati fatti abusi nel passato, non li verifichiamo. Noi vorremmo che si ripristini la legalità dopo le necessarie verifiche». Sulla scia dell’inchiesta della Procura, e degli accertamenti svolti dalle Fiamme gialle del Nucleo di polizia tributaria e del I gruppo di Roma, su villa Massimo è intervenuto ieri anche Francesco Storace.

«Se l’amministrazione è pulita, Alemanno non avrà difficoltà – dopo due anni – a rispondere alla mia interrogazione, a proposito dei Punti verdi qualità, del 1 giugno 2010 e sulle condizioni del parco “Marguerite Duras”, più conosciuto come Villa Massimo, nel III Municipio – ha dichiarato il capogruppo della Destra in Campidoglio – Il sentore che le ultime vicende sui punti verde qualità stanno purtroppo confermando era che ci fosse qualcosa di poco chiaro. Nell’interrogazione, infatti, chiedevo all’Amministrazione interventi sul previsto progetto di ampliamento della cubatura delle attività commerciali, in netto contrasto con la natura pubblica dell’area».

Un progetto bocciato all’unanimità dall’Aula Giulio Cesare un anno fa ma, per i tre dirigenti del Servizio giardini, soltanto “congelato, in attesa di un nuovo tavolo”. Tavolo che, a questo punto, sarà arduo far partire senza un puntuale riscontro di tutte le segnalazioni approdate sul tavolo, questa volta, dei pubblici ministeri.

Il ristorante

2° MUNICIPIO AL CAPOLINEA.DIMISSIONI DI SARA DE ANGELIS.


Sara De Angelis, presidente Municipio II, si è dimessa dopo la mancata approvazione del bilancio presentato in consiglio. De Angelis ha spiegato così la sua decisione:  ”In tutti questi anni, da quando è iniziato il mio impegno politico prima come semplice militante poi come amministratore di questo territorio, ho sempre cercato di fare il meglio per i cittadini e per i nostri quartieri, ho dovuto però costatare che sempre più spesso prevalgono più le aspettative dei singoli consiglieri che non gli interessi dei cittadini – ha dichiarato Sara De Angelis – In questi anni ho tentato, insieme alle forze di maggioranza di costruire un’azione amministrativa incisiva per permettere al nostro territorio di sviluppare al meglio le sue potenzialità. Questa ambizione, pur raggiungendo diversi obiettivi significativi, si è infine arenata di fronte al quadro politico della maggioranza rissoso, frammentato e ripiegato su se stesso, fino ad arrivare al paradosso del voto di questa mattina che ha visto venir meno la maggioranza su un tema importante come il parere di bilancio”.

“Era doveroso da parte mia rassegnare le dimissioni, prendendo atto della situazione che non ha alcuna giustificazione razionale e politica e dalla quale sarà impossibile uscire senza un profondo ripensamento dello stile politico su cui solo si può tenere in vita una maggioranza e mettendo un limite ad una dialettica interna che è legittima se non diventa autodistruttiva”, aggiunge il presidente dimissionario.

Il  consigliere Aessandro Ricci, capogruppo Idv in Municipio ha dichiarato: «Politicamente la cosa peggiore è stato lo scollamento tra Giunta e Consiglio. In pratica non è stato dato corso a alcun atto del Consiglio, neanche se votati all’ unanimità. La De Angelis non ci ripensi». Contro anche i consiglieri de La Destra, Roberto Cappiello e Massimo Inches: «Per bocciare il bilancio e gli atti collegati: l’ Imu, la nuova tassa sull’ ambiente e il quoziente familiare. Ma De Angelis è stata tradita dal suo stesso partito». Polemici con il mini sindaco anche i consiglieri della Destra “Già da tempo – sottolineano i consiglieri Roberto Cappiello e Massimo Inches, rispettivamente capogruppo e consigliere de La Destra in II Municipio – c’erano state avvisaglie della spaccatura interna della ormai ex maggioranza Pdl, ed era facilmente prevedibile che non sarebbero stati capaci di portare a compimento la consiliatura. Il partito che vinse l’elezioni del 2008 sembra una nave in balia di una tremenda tempesta, basti pensare che lo stesso capogruppo, dopo aver votato a favore del bilancio, terminato lo scrutinio, chiedeva la ripetizione della votazione perché, a suo dire, ci aveva ripensato e si sarebbe voluto astenere. Finalmente i cittadini del II Municipio potranno scegliere chi dovrà rappresentarli. La Destra c’è”, concludono gli esponenti di Storace. Poi due dichiarazioni incredibili, passi per  l’assessore Luca Malcotti   che evidentemente non ci abita nel 2° Municipio, il quale dichiara “Mi auguro, e sono certo,  che la maggioranza nel II Municipio riuscirà a trovare la necessaria compattezza per finire la legislatura e portare a termine la positiva esperienza di governo del territorio, rinunciando a sterili personalismi e mantenendo come riferimento il rispetto del mandato popolare”. Ma ci sorprende la dichiarazionr dell’on. Angelilli che abitando nel municipio dichiara :«La De Angelis vada avanti, lo dico anche da cittadina della zona, è un’ esperienza positiva che deve continuare». Ma politicamente hanno mai seguito, quanto sta succedendo nella maggioranza, di questo municipio, da ormai quasi 2 anni?. Aspettiamo una risposta.